PROSPETTIVE
L’esperienza della Università internazionale del Tonalestate inizia nel “buon” tempo degli studi universitari di un gruppo di amici appartenenti al movimento internazionale The Others. Con una “conversazione” settimanale approfondivano e dialogavano portando alla luce domande sulla realtà, il significato profondo del viverla e la ricerca di luoghi e rapporti dove poter trovare risposte.
Da docenti universitari, ricercatori, professori di diverse discipline continuarono con lo stesso metodo amicale di lavoro e costituirono il Centro Studi internazionale del Tonalestate diretto da Eletta Paola Leoni. La loro rivista “PROSPETTIVE” è stata presentata dall’architetto Pietro Vecchi. Raccoglie diversi contributi sul tema annuale che viene poi proposto nel seminario estivo.
E dalle prospettive della letteratura, della storia, della fisica, della fede si è aperta la prima sessione dei lavori il 7 Agosto nel comune reggiano di Castelnovo né Monti.
Lo sguardo, realistico e preoccupato dei relatori non ha potuto negare quanto sia complesso e confuso questo tempo che Eletta Paola Leoni ha definito come di mondi paralleli in guerra tra loro, determinato da uomini tremendi incapaci di prendersi cura dei loro popoli e curarne le ferite. Tempo di un presente sempre più invasivo, tempo dell’attimo, della veloce scansione temporale dei mercati, tempo che François Hartog definisce “il presentismo” in cui l’incertezza e il disorientamento sono divenuti i marcatori della nostra condizione. Avvento dell’Antropocene in cui l’umanità è diventata una forza geologica capace di profilare una sesta estinzione della specie per l’incapacità di avere il controllo delle esperienze che ci consentiamo. Anche Gian Piero Siroli vede crescere il disaccordo tra il tempo umano e l’automazione delle tecnologie sempre più in grado di generare potenziali sistemi completamente autonomi e capaci di espellere l’uomo divenuto troppo lento.
EPPURE, spingendosi più in là, si può accogliere l’irrompere del “kairos” che il cardinale Marcello Semeraro e il professor Umberto Curi hanno ben focalizzato come il momento opportuno da non lasciarsi sfuggire, riconoscibile unicamente nello spazio relazionale tra noi e l’avvenimento che ci viene incontro. Qui sta la speranza del futuro secondo Eletta Leoni, per la presenza di esperienze presenti capaci di mettersi in relazione con l’altro non per annetterlo ma per farlo diventare ospite e stringere alleanze di bene. Speranza, per Umberto Curi, è il modo di concepire il futuro, non come una visione compiuta ma come attesa di qualcosa che viene e che Marcello Semeraro ricorda essere già l’oggi in cui Cristo ci viene incontro per salvarci.