Timeo danaos et dona ferentes

Come annunciato dalla prof.ssa Lanzoni, il percorso “universitario” del Tonalestate 2022 è iniziato con una mattinata di ascolto di alcune lectio magistralis focalizzate sull’attualità geopolitica.

VENI: per incontrarsi, conoscere, affrontare le circostanze e per potersi inserire nella realtà quale parte attiva e propositiva.

Gian Guido Folloni, Presidente Istituto Italiano per l’Asia e Peter Kusnick, Professore di Storia e Direttore del Nuclear Studies Institute all’American University di Washington D.C hanno seguito, con un accurato metodo storico, le vicende del secolo delle guerre mondiali, le implicazioni che se ne ebbero sulla organizzazione geopolitica del pianeta, le menzogne che hanno assimilato le generazioni che ne sono seguite – tra tutte quella dell’ineluttabilità dello sgancio dell’atomica per fermare l’invasione giapponese- e le grandi speranze di cambiamento che l’abbattimento del muro di Berlino sembrava aver prospettato nelle relazioni mondiali. Dominique Vidal, giornalista, già direttore de Le Monde Diplomatique, ha proseguito affrontando la crisi ucraina.

Un nuovo sistema si sta configurando sotto la pressione della scarsità delle risorse, l’uragano della fame che minaccia le nazioni del Sud del mondo, l’anarchia nucleare e l’aumento dei budget assegnato all’industria degli armamenti, il caos politico e finanziario globalizzato e un mondo sempre più polarizzato attorno a multi-imperialismi che dovranno affrontare anche la sofferenza ambientale della terra il cui tasso di rigenerazione e drammaticamente crollato.

La guerra Ucraina ha messo in luce il cammino verso la costruzione di un nuovo Muro giacché nessun imperialismo, sia esso sovietico, statunitense, cinese o di Paesi emergenti, pare accettare che altri possano essere più potenti in una ubris incontrollata e feroce.

Si offre una diversa via al futuro dell’uomo?

Sì, purchè si faccia attenzione: Timeo danaos et dona ferentes.

Attenzione ai nuovi amici che paiono portarci la felicità chiedendoci di schierarci, di allinearci e cioè di avere un nemico da cui guardarsi. Solo l’amicizia è gratuita, il nemico è parte della logica della conquista, del possesso, dello scontro.

Nel dialogo seguito, il pomeriggio, tra i tre illustri Relatori e i partecipanti all’evento è stata affrontata la domanda delle domande: la logica dell’avere un nemico mi spaventa, allora perché ci obbligano ad alimentarla? Perché siamo tenuti all’oscuro delle vere cause del cambiamento che ci stanno imponendo? Cosa fare? Che significato hanno le parole di uso comune come democrazia?

Se l’alternativa certo non è ancora chiara, alcuni suggerimenti sono stati proposti: smettere di guardare il mondo con la lente occidentale; uscire dall’ipocrisia dei valori (validi, per esempio, per la resistenza ucraina ma dimenticati per quella palestinese) che o sono universali o non sono; non accettare modelli politici prefabbricati ma costruire a partire dai bisogni dei popoli; abbandonare ogni logica individualista e di sospetto; amare la terra che tutti ci ospita.