di Aldo Giobbio

Vi sono nella storia momenti particolari, come il terremoto di Lisbona (1755), che ispirò Voltaire, o le imprese dello “sterminator Vesevo”, che nel 1836 ispirò l’ultima composizione di Giacomo Leopardi, che inducono persone sensibili a porsi l’esortazione “or qui ti mira / secol superbo e sciocco”. Dopo tutto, era passato solo mezzo secolo da quando un altro poeta di prim’ordine, Vincenzo Monti, aveva indicato all’umanità come prossima tappa, “infrangere / anche alla morte il telo”, obiettivo che a tutt’oggi non è stato ancora raggiunto. 
Il fatto che negli ultimi secoli – volendo considerare le due guerre mondiali come meri incidenti di percorso – ci sia stato qualche progresso nella speranza di vita e nella sua qualità avrebbe anche potuto giustificare un certo cauto ottimismo – se non della ragione almeno della volontà – se non si fosse voluto dare tutto per scontato. L’aspetto più impressionante della tragedia in corso è la sensazione di essere stati tutti colti di sorpresa, quando l’arte della previsione era apparentemente considerata una delle acquisizioni più caratteristiche del nostro patrimonio intellettuale.
Un altro fattore sconvolgente è l’apparente leggerezza con la quale è stata vista la diffusione mondiale del disastro. È ovvio che ai tempi della peste di Milano e anche a quelli della “spagnola” non c’erano i mezzi di comunicazione dei quali ha potuto oggi disporre la pandemia ma proprio per questo viene da chiedersi come mai non si sia pensato che la globalizzazione non consiste solo nei telefonini. Certo, con i telefonini si possono anche fare i soldi, mentre non è detto che si possano fare altrettanto bene con i virus. Però il gioco si sta dimostrando un po’ rischioso, se è vero che l’ignorante è come il cieco che cammina nelle tenebre. (a.g.)

Aldo Giobbio è giornalista, professionista, traduttore si è occupato di economia, sindacati, politica internazionale e storia contemporanea.

Ha scritto alcuni saggi sulla storia del movimento operaio e sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Collabora con le riviste “Letture” e “Inoltre”; diverse sono le sue pubblicazioni tra le quali nel 2012 “Tocqueville fra teoria e pratica” (periodico Il ponte, volume 68). Nel 2014 pubblica “Storia d’Europa nel secolo XIX (1814-1914)”.